BOLOGNA - Phon e caschi per la permanente non a norma, tanto da rischiare nel peggiore dei casi di restare folgorati durante la piega. Prodotti estetici e soluzioni per i capelli, oltre al semplice shampoo e al balsamo, tutti privi di un'etichetta corretta. Impossibile risalire alle componenti dei prodotti nocivi per la cute e per la pelle. E ancora vistose carenze igienico sanitarie. Sono questi i motivi che hanno portato i carabinieri del Nas di Bologna alla chiusura di undici attività tra saloni di parrucchieri e centri estetici a Bologna e provincia.
Nove di questi nel capoluogo e tutti i negozi sono gestiti da cinesi. Per uno di loro è scattata anche una denuncia alla Procura «poiché ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento della prostituzione». Il riferimento è alle commesse di un centro estetico, tutte maggiorenni. I controlli sono partiti dopo alcune segnalazioni di clienti insospettiti dalle condizioni igieniche precarie dei diversi saloni e dai prezzi eccessivamente bassi, in alcuni casi, dei diversi servizi.
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